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(P-5) Marte

  Indice

9a. E' la Terra che gira intorno al Sole?

9b. I Pianeti
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Il Sistema Solare
(P-1)    Il Sistema Solare
(P-2)    Mercurio
(P-3)    Venere
(P-4)    La Terra
(P-5)    Marte
(P-6)    Asteroidi
(P-7)    Giove
(P-8)    Io e le altre
               lune di Giove
(P-9)    Saturno
(P-10)  Telescopi
(P-11)  Urano
(P-12)  Nettuno
(P-13)  Plutone e la
               fascia di Kuiper
(P-14)  Comete e altro
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9c. Da Copernico
        a Galileo

10. Le leggi di Keplero

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        Venere -- Espero -- se abitassimo
        Su quell’astro splendente o su Marte
        Vedremmo il globo su cui gemiamo
        Come la più bella di tutte le stelle della sera.

        Potremmo immaginare guerre e carneficine,
        Astuzie e pazzie, passioni e rancori,
        Il fragore di Londra, il delirio di Parigi,
        Dentro quel celestiale punto di luce?

        Non dovremmo, guardando in cielo
        Un astro così bello e argenteo
        Sospirare, congiungere le mani e mormorare:
        “Volesse Iddio che fossimo lassù”?

                            Alfred, Lord Tennyson      

    Marte è il pianeta più prossimo a noi, e sembra in qualche modo il più simile alla Terra: ruota in poco più di 24 ore, ha una tenue atmosfera e vulcani estinti, e l'inclinazione del suo asse di rotazione rispetto all'eclittica è molto simile a quella della Terra, per cui si producono stagioni simili alle nostre (anche se durano il doppio, poiché il suo "anno" equivale a circa due dei nostri anni). Un telescopio mostra calotte polari con cambiamenti stagionali, e la sua superficie (ved. l'immagine qui sotto, ripresa dalla sonda Viking 2 della NASA) assomiglia molto a un deserto spazzato dal vento del sud-ovest degli Stati Uniti - una superficie con massi esposti alle tempeste di vento.

Forse sarete contenti di NON trovarvi lì!    

Se vi trovaste là, avreste bisogno di una tuta spaziale e di una riserva di ossigeno, poiché l'atmosfera è estremamente rarefatta (ved. tabella) e consiste essenzialmente di CO2. È troppo tenue per fare da schermo in caso di esplosioni di particelle solari energetiche, ma non troppo tenue perché vi si verifichino tempeste di sabbia, che possono durare per settimane e oscurare la faccia del pianeta. Tali tempeste hanno frustrato gli astronomi quando la prima sonda americana, il Mariner 9, in orbita attorno a Marte, aveva cercato di condurre le prime osservazioni.

    Marte è anche estremamente freddo - a mezzogiorno in estate, vicino all'equatore, la temperatura può arrivare appena a superare il punto di congelamento dell'acqua, e finora i segni di presenza di acqua liquida sono elusivi (anche se flussi d'acqua temporanei possono essere provocati da impatti di comete). La gravità è circa un terzo di quella terrestre, e questo può spiegare perché Marte è riuscito a trattenere molto meno atmosfera di quanto abbia fatto il nostro pianeta.

    Si può notare il colore rossastro del suolo, segno (qui e nel sud-ovest degli Stati Uniti) di un alto contenuto di ferro. Marte appare rosso anche nel cielo ("il pianeta rosso"), e per questo motivo una luminosa stella rossa nella costellazione dello Scorpione è stata chiamata "Antares" - l'avversaria (anti-) di Ares, il nome greco di Marte, dio della guerra. Il rapido movimento di Marte tra le stelle nel corso della notte indica che si tratta di un oggetto relativamente vicino. Anche prima dell'invenzione del telescopio, Tycho cercò di dedurre la sua distanza, usando il metodo della parallasse e il cambiamento di posizione dovuto alla rotazione terrestre; pensava di esserci riuscito (in inglese), ma si sbagliava.


    In seguito, quando furono note le leggi di Keplero, ci si rese conto che la risposta avrebbe fornito l'intera scala delle distanze del sistema solare e, usando un telescopio, Jean Richer nel 1672 ottenne la prima grossolana stima della distanza di Marte.

    Prima che l'astronomia avesse avuto informazioni dettagliate su Marte, era convinzione diffusa che la vita potesse esistere sul pianeta rosso, o magari fosse esistita nel passato. Anche con un buon telescopio, nel XX secolo un osservatore non poteva risolvere su Marte maggiori dettagli di quanti se ne possano risolvere sulla Luna ad occhio nudo - le variazioni atmosferiche ("scintillio") rendevano poi l'impresa anche più ardua. Gli osservatori erano d'accordo sulla presenza delle calotte polari e di certe zone scure, ma poi era l'immaginazione a prendere il sopravvento. Alcuni pensarono di vedere delle linee che congiungevano le zone scure - i famosi "canali di Marte", supponendo che fossero fasce di vegetazione (come nella valle del Nilo) lungo canali artificiali scavati per distribuire le risorse di acqua in via di estinzione.

    Percival Lowell, un astronomo dilettante, credeva fermamente alla realtà di una civiltà marziana. Negli anni 1893-1894 costruì un osservatorio sotto il cielo limpido di Flagstaff, in Arizona, e nel 1895 pubblicò il libro "Marte", e successivamente altri due libri, con molte mappe che mostravano i canali. Verso la fine della sua vita (morì nel 1916), egli usò il suo telescopio alla ricerca di un nuovo pianeta e, come si vedrà, nel 1930 venne infine scoperto Plutone.

    L'idea della vita su Marte aveva anche catturato l'immaginazione della letteratura fantastica ("fantascienza" come in seguitio si sarebbe chiamata). Edgar Rice Burroughs, l'ideatore di "Tarzan", scrisse storie favolose di una principessa su Marte, ormai del tutto dimenticate. Herbert George ("H.G.") Wells scrisse "La guerra dei mondi" che si legge ancora molto volentieri (ne esiste anche una versione cinematografica). Nel 1938 Orson Welles sceneggiò per la radio "La guerra dei mondi" in forma di una falsa radiocronaca, che annunciava una invasione di alieni nel New Jersey, gettando nel panico tutti quegli ascoltatori che non avevano ascoltato l'inizio della trasmissione e pensavano che si trattasse di un evento reale.    

Esiste la vita su Marte? Le sonde Viking, posatesi su Marte nel 1976, hanno condotto degli elaborati esperimenti biochimici, ma alla fine non hanno trovato nessuna prova. Hanno suscitato un recente interesse degli strani meteoriti trovati nei ghiacci dell'Antartide, che sarebbero stati proiettati da Marte e che contengono delle sottili strutture che alcuni ritengono fossili. Finora restano grossi dubbi, ma comunque restiamo in attesa.

    Poserà l'uomo il piede su Marte - diciamo, prima della fine di questo (XXI) secolo? Ci sono ancora molti dubbi (ved. qui per i requisiti orbitali). Tuttavia delle sonde automatiche, alimentate da celle solari, si sono posate sul pianeta e hanno esplorato delle limitare aree. Tenuto conto dei progressi attesi nel campo dell'informatica e dell'intelligenza artificiale, questo può risultare un procedimento più fruttuoso. Se degli esseri umani voleranno su Marte, essi probabilmente useranno una delle piccole lune del pianeta, Phobos e Deimos, come basi intermedie, poiché lì l'atterraggio sarebbe molto più facile che sul pianeta stesso. Forse anche il propellente potrebbe essere fabbricato lì, per la discesa e per il viaggio di ritorno. Per gli appassionati di fantascienza va segnalato il racconto di Arthur Clarke "Hide and Seek" (nella versione italiana "K15", pubblicato nel 1979 sul n. 31 della collana "I Classici Fantascienza"), che è ambientato su Phobos.

    L'immagine riportata sopra mostra il vulcano "Olympus Mons", che si eleva di 25 Km sulla superficie di Marte. Tale altezza è resa possibile dalla debole gravità del pianeta: se una montagna così si trovasse sulla Terra, il suo peso farebbe sì che la sua base gradualmente affonderebbe nel terreno, lasciando alla fine un'altezza comparabile a quella delle montagne terrestri.

    C'è molto di più da dire a proposito di Marte (ved. le tabelle). C'è anche un gran canyon (forse scavato dall'impatto di una cometa o forse il risultato di una frattura del terreno) con caratteristiche attribuite al fluire dell'acqua, oltre a un moderato campo magnetico che sembra iniziare piuttosto vicino alla superficie.

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Il prossimo argomento (dopo "I Pianeti"): #9c   La scoperta del Sistema Solare, da Copernico a Galileo

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Autore e Curatore:   Dr. David P. Stern
     Ci si può rivolgere al Dr. Stern per posta elettronica (in inglese, per favore!):
     stargaze("chiocciola")phy6.org

Traduzione in lingua italiana di Giuliano Pinto

Aggiornato al 25 Agosto 2009


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NASA Official: Adam Szabo

Curators: Robert Candey, Alex Young, Tamara Kovalick

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