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Venere è il pianeta più brillante nel cielo e ha giocato un ruolo importante nel calendario degli antichi Maya dello Yucatan. Il primo astronomo ad usare il telescopio è stato Galileo nel 1609, ed egli osservò Venere per tutto il 1610. Egli notò che la forma del pianeta variava da un piccolo cerchio (quando si trovava nella zona più lontana della sua orbita) a un semicerchio luminoso un po' più grande e poi diveniva una falce (ved. l'immagine qui sotto) che gradualmente diventava più sottile e più grande. Tutto questo appariva una prova convincente: Venere orbitava attorno al Sole e rifletteva la sua luce, e il suo aspetto cambiava come per le fasi della nostra Luna.
![]() In seguito furono costruiti telescopi molto migliori ma, a differenza di quanto avviene per la Luna, Venere non mostrava alcuna caratteristica superficiale. Appariva come una sfera liscia, come se il pianeta fosse coperto da una spessa coltre di nubi. Le sonde spaziali finalmente rivelarono la vera struttura di queste nubi, usando le radiazioni ultraviolette assorbite dall'atmosfera. Come dimensioni, il pianeta è appena più piccolo della Terra, e compie una rivoluzione attorno al Sole in 224,7 giorni. Per tutte queste ragioni, la rotazione di Venere è rimasta un mistero per molti anni, benché misure effettuate con l'effetto Doppler suggerissero che vi era una rotazione ma molto lenta. |
Poi, negli anni '70 del 1900, i radar dei grandi dischi dei radiotelescopi di Arecibo e di Goldstone riuscirono ad ottenere dei segnali riflessi dalla superficie solida, identificando delle formazioni ancora note come "alfa" e "beta" (altopiani) e una chiamata "Maxwell" che risultò essere una montagna ("Mons Maxwell"). I radar ricavarono anche la distanza di Venere, ottenendo una stima migliore per l'Unità Astronomica, un problema per risolvere il quale Edmond Halley (circa 3 secoli prima) aveva proposto di usare il transito di Venere davanti al disco solare.
Poiché le formazioni così identificate non sembravano spostarsi molto durante le osservazioni, i radioastronomi attesero il successivo massimo avvicinamento (con la Terra e Venere in posizioni completamente differenti lungo le loro orbite) per vedere di quanto Venere avesse ruotato nell'anno e mezzo trascorso. Essi trovarono, con grande sorpresa, che le formazioni non avevano subito alcuno spostamento osservabile. Per qualche ignota ragione, la rotazione di Venere (lenta e retrograda) sembrava fissata a rivolgere verso la Terra sempre la stessa faccia ad ogni massimo avvicinamento. Solo il tempo potrà dire se questa sia una pura coincidenza o esista qualche reale effetto. Atmosfera e superficie
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Autore e Curatore: Dr. David P. Stern
Ci si può rivolgere al Dr. Stern per posta elettronica (in inglese,
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Traduzione in lingua italiana di Giuliano Pinto
Aggiornato al 25 Agosto 2009